Il mito del Bugarach: la Montagna Sacra

Il mito del Bugarach: la Montagna Sacra

 

Vicino a Rennes-le-Château una montagna sta diventando il luogo di elezione per i survivalisti del 2012.

Il 21 dicembre 2010, il quotidiano inglese “The Daily Telegraph” ha richiamato l’attenzione su Bugarach, un piccolo villaggio francese di 200 abitanti, e sulla saga della fine del calendario Maya che avverrà il 21 dicembre 2012. Il sindaco di Bugarach, Jean-Pierre Delord, ha annunciato che il suo piccolo villaggio sta diventando un rifugio per alcuni personaggi “esoterici” convinti che il suo borgo avrà un ruolo importante nello scenario del 2012. Forse un luogo di salvezza, o il sito dove esseri alieni potrebbero intervenire e rapire tutti i presenti. Lui e la gente del posto sono scontenti che una tale fama abbia sconvolto la loro tranquillità.

Pic di Bugarach

Pic di Bugarach

 

Bugarach è davvero un piccolo villaggio, seduto ai piedi  del “Pic di Bugarach”, anche conosciuto come Pech de Thauze, a 1230 metri sul livello del mare ed è la montagna più alta della regione delle Corbières.

Oggi, il villaggio è un po’ bizzarro perché è diventato una meta turistica e un rifugio per i survivalisti del 2012. Infatti ora il prezzo degli immobili è diventato proibitivo e i suoi dintorni sono perennemente vivacizzati dalla presenza di persone alquanto folcloristiche.

La montagna ha sempre stimolato la fantasia di molti, compreso il padre della fantascienza francese, Jules Verne. E’ in pietra calcarea e possiede diverse grotte e gallerie, che hanno ispirato leggende locali e che forniscono lo sfondo ideale per far correre l’ immaginazione.

Si tratta di una zona vicino ai castelli catari ove si parla anche del Santo Graal e del tesoro dei Templari. Si dice sia stato scelto da Steven Spielberg per “Incontri ravvicinati del terzo tipo “ ma invece di Bugarach per le scene finali del film, ha poi optato per la Torre del Diavolo nello Wyoming. Infatti molti locali segnalano numerosi avvistamenti UFO intorno alla montagna anche se pochi di questi sono stati oggetto di indagini serie.

Bugarach era stata chiamato “la Montagna Sacra” prima che Saunière abbia  messo piede a Rennes-le-Château nel 1885. Ha ispirato anche Jules Verne, che ha creato un personaggio, il  “Capitano Bugarach” per il suo “Clovis Dardentor” (1896). Verne scrisse Bugarach in relazione all’esistenza di una perduta civiltà  sotterranea.

 

Itinerario del Bugarach di Jules Verne

Itinerario del Bugarach di Jules Verne

 

Tutto inizia con il catarismo

Questa  è la storia di un uomo enigmatico che si è recato a Bugarach per scoprire i suoi segreti, e che morì mentre li cercava. Il racconto di uno dei più curiosi avvenimenti legati alle grotte del comune di Bugarach: l’”Affare Bettex” , il “mortale segreto di Bugarach” o “la maledizione del monte Thauze”.

Dal 1960 la montagna del Bugarach sembra essere il teatro di numerose e curiose investigazioni. Diversi fatti inspiegabili vi si sarebbero svolti  i cui i clamori risuonano ancora oggi. Spesso si tratta di avvenimenti deliranti e inverificabili. Altri ancora più inquietanti, ebbero dei testimoni e lasciarono tracce scritte.

Questi fatti  hanno riportato cronache diverse e amplificate che sono giunte all’orecchio di un ricercatore appassionato dalla tragedia catara. SI tratta del signor Daniel Bettex, cittadino svizzero che occupava un incarico di responsabilità nella sicurezza dell’aeroporto di Ginevra.

La forte personalità, la professione e la stabilità emotiva di questa persona ci permettono di guardare alla sua avventura con un sufficiente grado di fiducia.

Il signor  Bettex  prende i contatti con la Società del Ricordo e degli Studi Catari con la quale intrattiene rapporti eccellenti e proficui. La sua qualità di corrispondente gli permette di recarsi nei luoghi dove può intraprendere e portare avanti i suoi studi in tutta tranquillità. Fu Déodat Roché, uno dei massimi studiosi di catarismo, a consigliargli di investigare il settore del Bugarach, finora trascurato dagli associati.

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Deodat Roché

A questo scopo, Roché gli raccomanda di contattare Lucienne Julien, la Segretaria Generale della Società di allora. Da subito si stabilisce uno scambio proficuo molto stretto e regolare tra i due studiosi. Inizieranno con la consultazione degli antichi registri della regione sulle risorse minerarie e sotterranee del comune e dei dintorni.

Mitologia del Pech di Thauze

Fu così ritrovata “ una memoria sulla mitologia applicata al Pech di Thauze”. Purtroppo questo lavoro universitario non fu mai ne utilizzato ne presentato, il suo autore morì in un attacco contro le truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale. Tuttavia ne esiste una copia a Narbonne.

Questa tesi riprendeva diversi scritti leggendari e mitici della zona e si basava su dei documenti del XV° secolo ritrovati nei Pirenei Orientali.

Certo i miti non sono delle realtà storiche ne dei reperti archeologici, tuttavia questi scritti riuscivano a dimostrare una strana sovrapposizione tra diversi aspetti mitologici e luoghi ben definiti sul monte Bugarach. Il tutto mostrava effettivamente una strana correlazione tra certi racconti mitologici, legati a leggendari universi sotterranei e celesti, e fatti reali che sembravano insignificanti se presi in maniera isolata.

Il tenace mito di Agartha

Sul piano leggendario si tratta del mito della Terra Cava, di Agartha e soprattutto delle tradizioni legate alle reti sotterranee formate da sentieri naturali o artificiali a seconda dei  luoghi. A proposito del cataclisma che ha fatto sprofondare Atlantide, diverse tradizioni affermano che parte delle strutture sotto il continente perduto sarebbero sfuggite alla distruzione. In fondo a queste cavità dimenticate e a volte inondate, riposano tutti o una parte dei segreti di questa leggendaria civiltà.

Occorre ammettere innanzitutto  che  diversi autori antichi, tra cui Platone, hanno riportato tracce del grande sapere di questa meravigliosa civiltà. Se è vero che ci sono poche prove concrete, sussistono sufficienti elementi ritrovati qua e là, soprattutto nei mari e negli oceani, affinché il dubbio si sia conservato nei secoli.

In Francia, numerosi racconti parlano di diversi accessi, ritrovati accidentalmente e che conducono all’Agartha. Ritroviamo leggende in province lontane tra di loro;  l’Alta Loira (Pradelles), l’Ariège (Miglos), il massiccio del Pilat (Annonay), la Borgogna, la Savoia (Le Bourget du Lac), l’Ardéche (St Pierreville), le Alpi Marittime (Falicon), la Provenza (plateau di Clansaye, Baux de Provence), le Cevennes (Le Temple), per citare soltanto i più conosciuti.

 

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Le rovine di Miglos che potrebbero nascondere un accesso verso l’Agartha

Questi racconti sono composti da dettagli minuziosi e riportati da persone che non hanno alcuna nozione di Atlantide, Agartha e dei lori miti essenziali.

Pech de Thauze

A partire dalle sue osservazioni, Daniel Bettex stima possibile l’esistenza, sotto il monte Bugarach, di uno di questi famosi accessi al mitico mondo sotterraneo. Nota ugualmente che l’apertura (ostruita) del Pech de Thauze, sfocia su un corso d’acqua sotterraneo profondo ma praticabile.

 

Bugarach

Bugarach

 

Fin qui siamo rimasti nel folklore e nella tradizione mitica ma ora si sta profilando in modo discreto il Tesoro di Rennes le Chateau e l’aura misteriosa dell’ Arca dell’Alleanza  che si troverebbe proprio sotto il Bugarach!

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Rennes le Chateau

Tutto ciò potrebbe sembrare una bufala o un delirio scomposto se non fosse  autentificato da Lucienne Julien, la cui reputazione è indiscussa. A questo proposito dispone delle foto fatte da  D. Bettex che mostrano dei tracciati scoperti all’interno di una grotta e incise su diverse pietre nella montagna di Thauze.

Queste foto mostrano in primo piano diversi graffiti sui quali si distingue una specie di baule su una barella (che richiamano inevitabilmente l’ Arca). In secondo piano un paesaggio che corrisponde indiscutibilmente alla campagna di Bugarach..il trucco non è possibile.

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I graffiti sotto il Bugarach  

E ora si dice in gran segreto che il signor Bettex, grazie a queste foto, avrebbe situato questa famosa reliquia dei tempi biblici proprio sotto il monte Bugarach.

Pare addirittura che Moshe Dayan si fosse interessato molto da vicino agli studi di Bettex e che lo avrebbe invitato in caso di scoperta della famosa Arca, a non toccare nulla e ad informarlo immediatamente. Ma è chiaro che Bettex conosceva bene la Bibbia e sapeva delle proprietà dell’Arca.

Le attività di Daniel Bettex proseguiranno con delle ricerche assidue nel sottosuolo di un castello con il benestare e la partecipazione del proprietario e con tutte le autorizzazioni necessarie per gli scavi. In realtà Bettex cercava ben altro e tutto questo gli serviva a giustificare l’utilizzo di strumenti che altrimenti avrebbero destato i sospetti nelle autorità. Ora Bettex ha bisogno di altro tempo per collegare la grotta, il castello e i suoi scavi sul sito.

Poi verso il 1988 tutto andrà molto velocemente. Lucienne Julien racconta che in occasione di una visita a Narbonna, Bettex gli fece visita, si trovava in uno stato di eccitazione inusuale, secondo lui, gli mancano solo 4 o 5 giorni alla conclusione dei suoi lavori.

Dice a Lucienne : “ Mademoiselle Julien… ci siamo… fra meno di una settimana vi riporterò una parte di un tesoro inestimabile e diventerete molto ricca ! “. Tre giorni dopo Bettex muore.

Da allora le notizie sul ricercatore divergono molto stranamente :

Per alcuni la fatica del lavoro gli aveva procurato un collasso cardiaco o problemi cardiovascolari. Altri parlano di una morte fulminea sui luoghi della ricerca. Per gli abitanti del paese sarebbe morto schiacciato da un ammasso di terra.  Qualcuno dice che lo avrebbero ritrovato svenuto  nella galleria e che sarebbe morto successivamente in seguito ad una disidratazione inspiegabile. E ancora, che sarebbe uscito dalla galleria ma sarebbe crollato di colpo nel giardino di una delle case di Bugarach travolto da una violenta crisi cardiaca.

Lucienne Julien, diversi mesi dopo questa tragica morte propone di riprendere le ricerche sul sito con il gruppo della Società del Ricordo e degli Studi Catari e per questo contatta il Ministro della Cultura dell’epoca. Scrive diverse lettere ma la risposta è negativa e senza appello. Le viene detto che è vietato riprendere tali ricerche e anche di proseguire gli studi sul Bugarach. La galleria è stata ostruita da una colata di cemento e gli scavi sotto il castello sono chiusi.

Bettex in fondo alla sua galleria ha trovato solo la morte o anche qualcos’altro? E se ha trovato qualcosa, cosa può aver causato una morte così violenta e una tale reazione delle autorità?

Si pretende che abbia trovato la morte fuori dalla galleria, se è così non ci sarebbe nessun pericolo all’interno, quindi quelle misure radicali non avrebbero nessuna giustificazione.

Visto che le autorità erano a conoscenza dei lavori di Bettex, perché hanno aspettato che morisse per vietarli? Speravano che trovasse qualcosa o volevano una prova che ciò che è contenuto in quella grotta è troppo pericoloso? La negligenza è da scartare perché le autorità hanno sempre seguito da vicino gli scavi sotto il castello.

Tante cose sono state e sono ancora dette a proposito della morte di Bettex, ma sappiamo solo che è morto, in circostanze misteriose e secondo la sua stessa testimonianza quando si trovava molto vicino a raggiungere l’ambizione della sua vita. Se ha trovato qualcosa, ha portato il segreto con lui.

Ma Bettex ora fa parte di una lunga serie di ricercatori che sono andati alla ricerca di una risposta alla domanda se ci sia una vera ragione per cui il Bugarach è chiamato anche  la “Montagna Sacra”.

Ma ora gli abitanti di Bugarach sono giunti a sperare che questa montagna diventi meno sacra e meno frequentata…

 

 

fonte:  mondodimisteri