Leggende indiane La leggenda della Luna Piena

Leggende indiane La leggenda della Luna Piena

In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.
In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.
Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:

- Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-
- Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! – rispose il lupo.
La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
- Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto – disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.
Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
I lupi lo sanno… E ululano festosi alla luna piena.

Il giovane, la cognata e i lupi
Un racconto narrato dai Kiowa parla di un giovane che viveva con il fratello maggiore e la cognata, la quale approfittava dell’assenza del marito per importunare il giovane con profferte d’amore ma inutilmente. Un giorno, stanca di essere rifiutata, riuscì con l’inganno a far cadere il ragazzo in un pozzo e lì lo lasciò a morire di fame. Il giovane fu salvato da un lupo che lo adottò e lo portò nel branco.
La gente del villaggio si accorse che fra i lupi di quel territorio viveva un ragazzo e riuscì a catturarlo. La famiglia e il fratello furono felici di riavere il ragazzo che ormai avevano pianto come morto ma i lupi si aggiravano intorno al villaggio, ululando minacciosi.
Il ragazzo parlò con loro e riferì che gli animali volevano qualcuno al suo posto: saputo dal giovane come si era comportata la cognata, nessuno, neppure quelli della sua famiglia, si oppose allo scambio.
Così il ragazzo l’accompagnò fra i lupi, si mise a ululare e la lasciò lì.
I lupi la fecero a pezzi.


I 2 lupi
Un anziano Apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini.
Egli disse loro:
“Dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile fra due lupi.
Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l’invidia, il dolore, il rimorso, l’avidità, l’arroganza, l’autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso d’inferiorità, il mentire, la vanagloria, la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo.
L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l’amore, la speranza, il condividere, la serenità, l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione, la generosità, la sincerità e la fiducia.
La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e anche dentro ogni altra persona.”
I nipoti rifletterono su queste parole per un po’ e poi uno di essi chiese:
“Quale dei due vincerà?”
L’anziano rispose semplicemente:
“Quello che nutri.”


La leggenda dell’uomo e del lupo
venne un giorno all’ Alba dei Mondi, in cui “colui che crea”, non riuscì più a seguire con gli occhi le moltitudini di cose
che accadevano sulla Terra; allora chiese a un Lupo di farne il giro di corsa x scoprire come vivevano e operavano coloro che Lui aveva creato.
La prima volta il Lupo fece il giro della Terra rapidamente, ma era troppo veloce e “colui che crea” lo rimandò indietro;
la seconda volta il Lupo impiegò un anno, ma nel corso di quel tempo non riuscì a vedere tutto e di nuovo “colui che crea” lo rimandò sulla Terra;
la terza volta il Lupo non tornò più perchè la Terra era diventata troppo grande x lui e vi accadevano troppe cose.

“colui che crea” attende ancora oggi il ritorno del Lupo.
Sulla Terra il Lupo ebbe molti discendenti che, con il passare del tempo, dimenticarono la Missione affidata loro da “colui che crea”;
fu così che i Lupi cominciarono a vivere come tutti gli animali, ma per mantenere la promessa fatta a “colui che crea”
cercarono qualcuno che potesse sostituirli nella loro Missione.
I Lupi pensarono che gli Uomini fossero tra tutti gli animali creati da “colui che crea” quelli più adatti, ma, con il passare del tempo, i Lupi si accorsero che la loro scelta era sbagliata infatti gli Uomini si rivelarono violenti, deboli, fragili dentro.
Allora i Lupi decisero di diventare i Guardiani degli uomini finchè questi ultimi non fossero pronti a diventare la loro discendenza e a prendere il loro posto nella Missione voluta da “colui che crea” placando così la sua collera, ma i secoli sono passati e gli uomini non sono cambiati.
Il Popolo dei Lupi è l ombra del Popolo degli Uomini
CERTI UOMINI LO SANNO… CERTI UOMINI SONO LUPI!


La leggenda di Lupo solitario
si narra che molte Lune orsono, nella Tribù del Popolo degli Uomini che i Bianchi battezzarono con il nome di SIOUX, vivesse una principessa così bella e radiosa che ogni mattina al suo risveglio ella trovasse una rosa nel suo Tepee proprio accanto al suo viso.
Ella era molto corteggiata, ed i più giovani e forti Guerrieri della Tribù, facevano a gara x portare a suo Padre ORSO SAGGIO i più bei Cavalli e le Armi più decorate come voleva l’uso per chiedere la mano alla Principessa e da tutte le Tribù vicine ella era conosciuta ed amata e sarebbe stato fortunato colui che avesse avuto il suo Cuore.
Alba Rasiosa, questo era il nome che la Tribù le aveva dato x la sua radiosità.
Viveva gaia e felice in attesa di sceglier il suo compagno.
Poco distante dall’accampamento, ai limiti della foresta, viveva in una modeata capanna un Guerriero di nome:
Lupo Solitario.
Egli non era bello e nemmeno più giovane, ma il suo cuore batteva per Alba Radiosa.. e batteva così forte che quando vedeva la principessa, sembrava che i tamburi di guerra tuonassero all’unisono, ed era lui che ogni notte sfidava le ire di Orso Saggio per posare la rosa vicino alla principessa.
Una notte calda e afosa però, la Principessa si svegliò proprio mentre lui poneva la Rosa accanto a lei..
lei gridò ed Orso Saggio si svegliò e colpì col suo coltello Lupo Solitario al cuore.
Ma la Madre Terra, dea dei Sioux, ebbe pietà di Lupo Solitario e lo tramutò in una costellazione: la “COSTELLAZIONE DEL LUPO”.
Se si guarda a destra dell Orsa Minore la si vedrà.. e se ascoltando bene, si udirà anche un ululato lontano nella Foresta,
al limitare dell Accampamento della Tribù degli uomini…
è il lamento di Lupo solitario per il suo amore mai realizzato.

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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