Datagate, cosa nascondono le diapositive non pubblicate?

Datagate, cosa nascondono le diapositive non pubblicate?

Cosa nascondono le diapositive non pubblicate? Quanto emerso fino a ora sul Datagate sembra essere soltanto la punta dell’iceberg. Sono cinque le diapositive diffuse da “Guardian” e “Washington Post”, rilanciate dai media internazionali. Le slide illustrano a grandi linee in cosa consisterebbe Prism, il programma segreto di ‘intercettazione’ del traffico telefonico e internet messo a punto dalla National Security Agency, l’agenzia governativa statunitense che si occupa di sicurezza nazionale.

Il materiale consegnato dalla talpa Edward Snowden, ex informatico della Cia, consiste in 41 slide e potrebbe contenere ben altri segreti. Uno scandalo, insomma, che potrebbe essere appena all’inizio. Le altre 36 diapositive restano, infatti, avvolte nel mistero. Glenn Greenwald e Barton Gellman, giornalisti del Guardian e del Washington Post che hanno pubblicato lo scoop, non hanno avuto alcun dubbio nel definirla “roba che scotta”.

Snowden è scomparso dallo scorso 10 giugno. Probabilmente si trova in Russia, dove gli avrebbero offerto asilo politico, o in Sud America. Sembra che avesse chiesto, nel momento della consegna delle slide, garanzie affinché tutto il materiale venisse pubblicato subito nella sua interezza. Ma le testate a cui si è rivolto, almeno per il momento, esitano.

Una slide, ha precisato Greenwald attraverso il suo profilo Twitter, “non sarà pubblicata perché contiene informazioni specifiche sulla Nsa”.

Snowden, come ha confermato Gellman, “aveva chiesto la garanzia che il testo integrale sarebbe stato pubblicato entro 72 ore dalla consegna. Gli ho risposto che non gli avremmo potuto dare alcuna garanzia su cosa avremmo pubblicato e su quando l’avremmo fatto”.

I giornali contattati dall’ex informatico Cia hanno preferito, dunque, seguire la linea della cautela e proseguire con i piedi di piombo.

Nelle 36 slide che mancano all’appello ci sarebbero scottanti rivelazioni: la spiegazione dei canali, degli accordi e delle tecnologie attraverso cui Prism può aprire a piacimento un backdoor sui server di alcune compagnie telefoniche e di nove big company del web.

“Nelle prossime settimane e mesi ci saranno nuove rivelazioni e noi le seguiremo passo per passo” è stato l’annuncio di Greenwald all’Associated Press. “Ci sono dei programmi di spionaggio estremamente invasivi che il pubblico ancora non conosce” ha precisato alla Cnn. “Stiamo lavorando a degli articoli che riteniamo siano di grande valore per il pubblico e che gettano ulteriore luce sulla Nsa”.

Intanto l’amministrazione Obama è alle prese con la prima causa. L’American Civil Liberties Union, un’organizzazione non governativa che si occupa di diritti civili, ha citato la Nsa in un tribunale federale di New York per quanto intercettato da Prism. Non si comprende se le operazioni di spionaggio siano in qualche modo automatiche o se sono legate a una richiesta delle autorità.

I giganti del web continuano a professarsi del tutto estranei ai fatti. Google si è mossa per prima, seguita da Facebook e Microsoft. Google ha inviato una lettera al ministro americano della Giustizia, Facebook ha coinvolto direttamente Mark Zuckerberg. Microsoft ha dichiarato alla Reuters: “Consentire una maggiore trasparenza sulla portata e sul volume complessivo delle richieste di sicurezza nazionale potrebbe aiutare la comunità a capire e discutere questi problemi importanti. Il nostro ultimo rapporto sulla trasparenza si è spinto fin dove ci era consentito dalla legge. E il governo dovrebbe intervenire al più presto per consentire alle aziende di fornire maggiore trasparenza”.

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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