I partigiani ora ammettono la vergogna di esodo e foibe

I partigiani ora ammettono la vergogna di esodo e foibe

Il coordinatore dell’Anpi veneto riconosce che molti perseguitati italiani non erano fascisti ma oppositori del nuovo regime comunista e illiberale.

Si scusa con gli esuli in fuga dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia per l’accoglienza in patria con sputi e minacce dei comunisti italiani.

Ammette gli errori della facile equazione profugo istriano uguale fascista e della simpatia per i partigiani jugoslavi che non fece vedere il vero volto dittatoriale di Tito. Riconosce all’esodo la dignità politica della ricerca di libertà. Maurizio Angelini, coordinatore dell’Associazione nazionale partigiani in Veneto, lo ha detto a chiare lettere venerdì a Padova, almeno per metà del suo intervento. Il resto riguarda le solite e note colpe del fascismo reo di aver provocato l’odio delle foibe. L’incontro pubblico è stato organizzato dall’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia con l’Anpi, che solo da poco sta rompendo il ghiaccio nel mondo degli esuli. Molti, da una parte e dall’altra, bollano il dialogo come «vergognoso».

Angelini ha esordito nella sala del comune di Padova, di fronte a un pubblico di esuli, ammettendo che da parte dei partigiani «vi è stata per lunghissimi anni una forte simpatia per il movimento partigiano jugoslavo». Tutto veniva giustificato dalla lotta antifascista, compresa «l’eliminazione violenta di alcune centinaia di persone in Istria – le cosiddette foibe istriane del settembre 1943; l’uccisione di parecchie migliaia di persone nella primavera del 1945 – alcune giustiziate sommariamente e precipitate nelle foibe, soprattutto nel Carso triestino, altre – la maggioranza – morte di stenti e/o di morte violenta in alcuni campi di concentramento jugoslavi soprattutto della Slovenia». Angelini ammette, parlando dei veri disegni di Tito, che «abbiamo colpevolmente ignorato la natura autoritaria e illiberale della società che si intendeva edificare; abbiamo colpevolmente accettato l’equazione anticomunismo = fascismo e ascritto solo alla categoria della resa dei conti contro il fascismo ogni forma di violenza perpetrata contro chiunque si opponeva all’annessione di Trieste, di Fiume e dell’Istria alla Jugoslavia». Parole forti, forse le prime così nette per un erede dei partigiani, poco propensi al mea culpa. «Noi antifascisti di sinistra – sottolinea Angelini – non abbiamo per anni riconosciuto che fra le motivazioni dell’esodo di massa delle popolazioni di lingua italiana nelle aree istriane e giuliane ci fosse anche il rifiuto fondato di un regime illiberale, autoritario, di controlli polizieschi sulle opinioni religiose e politiche spinti alle prevaricazioni e alle persecuzioni».

Il rappresentante dei partigiani ammette gli errori e sostiene che va fatto di più: «Dobbiamo riconoscere dignità politica all’esodo per quella componente di ricerca di libertà che in esso è stata indubbiamente presente». Gli esuli hanno sempre denunciato, a lungo inascoltati, la vergognosa accoglienza in Italia da parte di comunisti e partigiani con sputi e minacce. Per il coordinatore veneto dell’Anpi «questi ricordi a noi di sinistra fanno male: ma gli episodi ci sono stati e, per quello che ci compete, dobbiamo chiedere scusa per quella viltà e per quella volgarità».

Fra il pubblico c’è anche «una mula di Parenzo» di 102 anni, che non voleva mancare. Il titolo dell’incontro non lascia dubbi: «Ci chiamavano fascisti, ci chiamavano comunisti, siamo italiani e crediamo nella Costituzione». Italia Giacca, presidente locale dell’Anvgd, l’ha fortemente voluto e aggiunge: «Ci guardavamo in cagnesco, poi abbiamo parlato e adesso ci stringiamo la mano». Adriana Ivanov, esule da Zara quando aveva un anno, sottolinea che gli opposti nazionalismi sono stati aizzati prima del fascismo, ai tempi dell’impero asburgico. Mario Grassi, vicepresidente dell’Anvgd, ricorda le foibe, ma nessuno osa parlare di pulizia etnica. Sergio Basilisco, esule da Pola iscritto all’Anpi, sembra colto dalla sindrome di Stoccolma quando si dilunga su una citazione di Boris Pahor, scrittore ultra nazionalista sloveno poco amato dagli esuli e sulle vessazioni vere o presunte subite dagli slavi. Con un comunicato inviato al Giornale, Renzo de’ Vidovich, storico esponente degli esuli dalmati, esprime «perplessità di fronte alle “prove di dialogo” con l’Anpi» che farebbero parte di «un tentativo del Pd di Piero Fassino di inserire i partigiani nel Giorno del ricordo dell’esodo». L’ex generale, Luciano Mania, esule fiumano, è il primo fra il pubblico di Padova a intervenire. E ricorda come «solo due anni fa a un convegno dell’Anpi sono stato insultato per un quarto d’ora perché avevo osato proporre l’intitolazione di una piazza a Norma Cossetto», una martire delle foibe.

In sala tutti sembrano apprezzare «il disgelo» con i partigiani, ma la strada da percorrere è ancora lunga e insidiosa.

https://www.ilgiornale.it/news/cultura/i-partigiani-ora-ammettono-vergogna-esodo-e-foibe-972396.html

Rinnegati e traditori

La ANVGD tradisce ancora! Una sua Presidente che non è degna di chiamarsi Italiana, ha accettato su esempio di altri (leggi Toth e Comitato di Venezia l’anno scorso) di fare una conferenza con l’ANPI. Non si vergognano? L’ultimo messaggio a Mestre è stato uno striscione che ha sfilato quando noi intitolavamo una piazza per i nostri Martiri. C’era scritto in rosso: VERGOGNA! Anzi l’ultimo messaggio ancora di un certo Bonifacio che in una conferenza in un liceo di Venezia ha osato inquinare la memoria di mio Padre, affermando che se è stato ucciso, certamente aveva delle colpe! Già, il Bonifacio si è salvata la pelle scappando prima che Tito e compagni lo facessero fuori; vigliacco! Ha anche confermato che andava a prendere a casa le vittime designate alla foiba! Oggi i nostri Martiri si rivoltano nella foiba quando questi indegni rappresentanti degli Esuli stringono la mano di coloro che ancora sanno di sangue e di vendetta.

Ci hanno detto qualche anno fa, che le foibe per noi sono ancora aperte, ma per un angolo di ribalta regalano e buttano via quella poca  dignità che rimane. E’ facile salire sul carro dei vincitori; che salgano tutti coloro che con ipocrisia pretendono di rappresentare Morti e Vivi; chissà che i Vincitori se li portino via e mettano anche a loro la stella Rossa in testa!

Spero solo che a Padova ci siano ancora Istriani-Italiani e che non si sentano più rappresentati da una Presidente che stringe la mano a Partigiani che non hanno ancora riconosciuto la pulizia etnica. Quella Presidente avrebbe fatto meglio ad essere presente nell’aula bunker di Roma alle udienze del processo delle Foibe e forse oggi capirebbe gli errori che sta commettendo. Istriani, Fiumani e Dalmati che ancora siete testimoni, aprite gli occhi ed il cervello, ripudiate chi ha ancora il coraggio di tradire i Vostri Morti e Voi che siete Vivi!

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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