I terribili misteri del castello di fumone

I terribili misteri del castello di fumone
Storia di un misterioso borgo medievale ed il suo castello, con le sue leggende e i suoi fantasmi...
Veduta_di_Fumone_2
Veduta del centro storico di Fumone. Comune in provincia di Frosinone noto per essere stato luogo di prigionia per papa Celestino V dopo la rinuncia di questi al pontificato.
autore della foto (Claudius Ziehr) 3.0] 
via 

Sorge sopra un’altura, circondato da colli ameni ed uliveti, il piccolo e tranquillo borgo medievale di Fumone. È un paese delizioso, dove sembra che il tempo si sia fermato, e le cui origini sono incerte e misteriose; pare che sia sorto come un insediamento del mitico popolo ernico, come testimonierebbero i numerosi reperti ritrovati ed ora conservati nel museo comunale, poi subì l’influsso della potenza di Roma, come gran parte del territorio ciociaro; la sua importanza, però, l’ebbe durante il periodo medievale; infatti, la sua posizione strategica, trovandosi a quasi 800 m. s.l.m. e distante pochi chilometri daRoma, lo resero una fortezza imprendibile. Si narra che Fumone faceva parte di un ingegnoso sistema di comunicazioni per avvertire Roma di un imminente pericolo; infatti, quando avanzava il nemico dalle vicine terre borboniche, a Fumone si accendeva una imponente pira, e dalla sommità di una torre, oggi scomparsa, si levava un denso fumo nero, che avvertiva i paesi vicini dell’arrivo del nemico; il funesto segnale veniva ripreso dai paesi limitrofi, quali SerronePalianoRocca di Cave fino a giungere a Castel Sant'Angelo, avvertendo Roma dell’avanzata dei nemici. 
Da questo evento nasceva il detto “Quando Fumone brucia, tutta la campagna trema!”. Celebri ed eroiche sono anche le strenue resistenze che la cittadina ciociara oppose agli assedi degli Imperatori Federico Barbarossa Enrico VI. Per questo Fumone nei secoli assunse sempre più un’importanza strategica ed erano molteplici le lotte tra casate nobiliari per averne il dominio ed il controllo; finché non passò sotto il potere della Stato Pontificio, che trasformò il castello presente al suo interno in una delle più terribili prigionie, tanto che essere qui imprigionato equivaleva ad essere condannato ad una delle morti più atroci. 
Visitare Fumone ed il suo castello è come fare una delle passeggiate più inquietanti ed insolite del Lazio, con quel suo aspetto austero e solitario, con quell’angosciante silenzio che lo abita, con i suoi terribili segreti e misteri che conserva al suo interno. 
Il Castello, oggi appartenente alla famiglia Longhi - De Paolis, era il Palazzo del Governatore, che amministrava il potere civile in nome e per conto del Papato. Appena entrati nell’imponente castello, la prima cosa che vi apparirà d’innanzi è il terribile “Pozzo delle Vergini”, uno stretto e profondissimo pozzo in pietra, sul cui fondo, sembra che fossero infilate lame aguzze. Questo pozzo era la tortura estrema che spettava alle ragazze scoperte “impure”, cioè non vergini, dal signorotto locale, secondo il “Diritto di prima notte”; infatti, secondo questa arcaica legge, diffusa nel Medioevo nei borghi di campagna, le donne appena sposate dovevano trascorrere la loro prima notte di nozze nel letto del potente del paese, e dovevano giungervi vergini, pena la morte, facendole gettare all’interno del pozzo…una straziante morte attendevano le sventurate, ed affacciandoci all’orlo della cavità del pozzo, un misto di terrore e pietà, ancora ci assale. 

Ma il peggio, se così si può dire, deve ancora venire…basta entrare all’interno delCastello e la paura assale i visitatori. Un luogo tetro e misterioso, con le sue stanze dipinte di un rosso vivo, quasi sangue, a testimonianza dei terribili segreti che custodisce attraverso i suoi secoli di storia. La leggenda dice che nelle sue mura siano stati sepolti vivi moltissimi nemici del potere locale, che, una volta sconfitti, venivano fatti sparire per sempre, affinché non ne rimanesse né traccia, né ricordo. Si dice che tra queste mura sia sepolto persino l’Antipapa francese Gregorio VIII, che si oppose, nelle lotte di potere, ai Pontefici Pasquale IIGelasio II Callisto II; quest’ultimo lo sconfisse definitivamente e lo fece condurre prigioniero, nel 1124, nella Rocca di Fumone, ove, morì nell’oblio più totale. 
Ma un’altra tragedia ci attende nella Sala dell’Archivio; qui in una teca, giace il misterioso corpicino di un bambino, il Marchesino Francesco Longhi, morto alla tenera età di 5 anni ed imbalsamato, seguendo un misterioso ed oscuro metodo di mummificazione, ancora oggi non chiaro, visto che il medico stesso che compì l’estremo gesto dell’imbalsamazione, morì in circostanze misteriose pochi giorni dopo, senza lasciarci nessuna traccia scritta.

 

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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