Il Bus de la Lum è stato dichiarato monumento nazionale su proposta di Onorcaduti, a cui ne è affidata la gestione[6]. Il comitato, assieme all'associazione Silentes Loquimur, ha di recente realizzato un monumento sul ciglio della grotta, costituito da una croce di tre metri e mezzo, un Tricolore e una targa che ricorda "1943-1945 ai Caduti senza nome".
La principale caratteristica del Bus de la Lum non è tanto la profondità (circa -180 m) ma il fatto di essere costituito da un unico pozzo che si apre a strapiombo, senza particolari deviazioni o diramazioni.
Alla profondità di -60 m vi è un accumulo di materiale detritico pericolante, per cui le esplorazioni risultano difficoltose. Sul fondo si apre una caverna laterale il cui accesso è attualmente ostruito da detriti.
Nel 1981 è stato scoperto un secondo inghiottitoio adiacente, detto Pozzo dei Bellunesi, che, anzi, comunica con il Bus de la Lum alla profondità di -80 m. Si è inoltre appurato che il Pozzo dei Bellunesi è in realtà costituito da più pozzi comunicanti, motivo per cui si è deciso di denominare l'intero complesso speleologico come "Bus de la Lum - Pozzo dei Bellunesi".
Sembra inoltre probabile che la cavità sia in comunicazione con alcune sorgenti poste ai piedi dell'altopiano (Gorgazzo e Livenza), come già dimostrato per il vicino Abisso del Col della Rizza. Sarebbe dunque veritiera la diceria popolare che ricordava come il sangue delle carcasse gettate sul fondo della cavità ricomparisse nelle sorgenti del Gorgazzo[1]
Esplorazioni[modifica | modifica wikitesto]
Le prime misurazioni della profondità dell'inghiottitoio furono condotte ai primi del Novecento. Nel 1924, nonostante la rudimentalità dei mezzi, fu raggiunto per la prima volta il fondo: gli speleologi stimarono una profondità di -225 m e posero una targa a memoria dell'impresa.
Le successive spedizioni (1949 e 1972) corressero però il valore a -180 m[1].
Folklore[modifica | modifica wikitesto]
La tradizione popolare vuole il Bus de la Lum abitato dalle Anguane o Anduane, streghe feroci e malvagie, senza denti, con lunghi chiodi arrugginiti al posto dei capelli e zanne affilate. Queste terribili creature, uscivano spesso dalla grotta per raccogliere legna, bacche e funghi, o per lavare i panni presso il lago di Santa Croce e, durante queste escursioni, rapivano e poi mangiavano i bambini trovati da soli nella foresta. Quando si riunivano, le Anguane accendevano un fuoco che produceva all'imboccatura del pozzo delle fiammelle, tant'è che i pastori locali presero a nominarlo Bus de la Lum ("Buco della Luce"). La leggenda ha un fondo di verità. Infatti, nelle calde notti d'estate, si potevano effettivamente formare dei fuochi fatui dovuti alla consuetudine di gettare nel Bus de la Lum le carcasse del bestiame morto per malattia.
Il Bus de la Lum ha rappresentato un luogo misterioso sin dall'epoca antica, quando era forse considerato una porta di accesso alle profondità della terra, da cui scaturivano energie magiche e potenti. Nei dintorni sono infatti emerse numerose testimonianze archeologiche[2].
Gli anziani di Perarolo ricordano che quando la gente passava
davanti alla cavità gridava: “Hin Hin sento odor de cristianìn! Han han sento odor de
cristian!”. Dal Bus dele Anguane fuoriesce un’aria gelida e in effettiva cavità era utilizzato
come ghiacciaia. La neve vi veniva ammassata in inverno e utilizzata durante l’estate. Superato
il Bus dele Anguane, il sentiero conduce a un bellissimo pascolo, da cui si gode una vista
panoramica sull’Antelao e il Duranno. Nella zona è presente una chiesetta del XVII secolo,
dedicata a Sant’Osvaldo, i ruderi di alcune malghe incendiate nel 1945 dai tedeschi e qualche
baita.
Inserito da Cristina Genna Blogger
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