This undated photo obtained by The Associated Press shows Bradley Manning. Manning has told of leaking classified diplomatic reports, along with this secret video, to the whistleblower website Wikileaks.org. (AP Photo)
L'uomo che ha fatto "tremare" Washington sarebbe questo ragazzo della provincia americana, questo ventiduenne dalla viso rubizzo e dallo sguardo distratto, immortalato in una foto mentre indossa la divisa di un esercito che conduceva una guerra in cui il giovane (forse) credeva e che, a un certo punto, invece, (probabilmente) ha iniziato a odiare.
Tanto da volerne denunciare i segreti e le crudeltà. E lo ha fatto (forse) non solo per un motivo ideale, ma anche (forse) perché imprigionato in quella gabbia di nonsense e frustrazione personale, in quella condizione di sospensione esistenziale in cui si trovano molti soldati sul teatro di guerra.
Gli inquirenti del Pentagono sono quasi certi che dietro le rivelazioni di Wikileaks , dietro la pubblicazione di quei 92.000 documenti riservati ci sia Bradley Manning, analista della Decima Divisione di Montagna, trasferito da due giorni nella base militare di Quantico, in Virginia, dopo un più di un mese di detenzione in Kuwait in seguito all'arresto a fine maggio in Iraq.
Manning era finito in manette e incriminato per violazione del codice militare per avere passato altri documenti a Wikileaks. In particolare, gl investigatori sono quasi certi che sia stato lui a fornire all'organizzazione il filmato, diffuso ad aprile, che mostra l'incursione di un elicottero militare contro un gruppo di persone in una strada di Baghdad sospettate di essere dei guerriglieri armati e che poi, invece, si riveleranno due dipendenti (con telecamera) della agenzia di stampa Reuters.
Una strage che fece molto scalpore e la rivelazione della sua origine tramite quel video (i militari fecero fuoco nonostante non fossero sicuri quale fosse il bersaglio che andavano a colpire) fu un duro colpo d'immagine per l'esercito americano impegnato in Iraq.
Era stato lo stesso Manning a ad ammettere di aver fornito a Wikileaks quel materiale. Il 21 maggio scorso contattò su internet Adrian Lemo, un ex hacker molto famoso (venne arrestato nel 2003 per essere penetrato nel sistema informatico del New York Times) di cui il soldato aveva letto la storia, gli raccontò la sua condizione di isolamento e di mancanza di prospettive future a Baghdad e gli chiese consiglio su come poter utilizzare dei files riservati dell'esercito, ai quali lui aveva accesso.Ci furono altri contatti e durante una di queste conversazioni, il 22enne di Crescent, Oklahoma, affermò di essere colui che aveva passato al sito diretto da Julian Assange quel filmato. Lemo avvisò l'Fbi eManning venne arrestato. Venne controllato il suo computer e gli inquirenti dissero che il soldato aveva scaricato illegalmente migliaia di documenti.
Così, quando una settimana fa Wikileaks ha pubblicato i files afghani, il Pentagono ha subito pensato a lui. E ha cercato le prove. Secondo il Wall Street Journal, le avrebbero trovate scandagliando ancora più a fondo il computer di Manning. Ma non c'è alcuna conferma della notizia. Di sicuro si sa che alcuni (ex) studenti del Mit di Boston sono stati interrogati dai militari e dall'Fbi per sapere se avessero avuto contatti con il soldato.
Uno di loro (specializzato nella "forzatura" dei sistemi di protezione delle reti informatiche) ha ammesso di aver scambiato una decina di mail con Manning nei mesi in cui lui era in Iraq. Adrian Lemo è convinto che l'analista non abbia agito da solo, ma che dietro la rivelazione dei documenti riservati ci sia una rete composta da diversi hackers che lavorano per Wikileaks. "Senza il loro aiuto, Manning non sarebbe mai riuscito a farlo".
Nello scorso giugno Julian Assange ha rivelato al quotidiano britannico The Guardian di aver chiesto a tre avvocati di difendere il soldato, ma ha negato di avere mai avuto rapporti con lui.
Negli ultimi giorni, sulla pagina del sito dedicata alla guerra in Afghanistan è apparso un misterioso ed enorme file(circa 1.4 GB) che, secondo alcuni hackers (come quelli che lavorano per Cryptome) potrebbe essere l'assicurazione sulla vita per Assange. Non a caso il suo titolo è Insurance file. Le ipotesi dicono che conterebbe altri documenti riservati del Pentagono, tra cui quelli relativi a una strage di civili avvenuta nel maggio del 2009 in Afghanistan, causata da un bombardamento americano. Secondo la versione ufficiale i morti furono 40, mentre secondo alcune fonti sarebbero almeno un centinaio di più. Sarebbe stato Manning a "consegnare" quel file.
Sulla rete è comunque partita una campagna in suo favore. "Help Bradley Manning. Because true heroism merits no punishment " - è il suotitolo.
Nelle conversazioni con Adrian Lemo, l'analista della Decima Divisione gli chiedeva: "Se tu avessi accesso a informazioni riservate 24 ore al giorno, sette giorni su sette e per otto mesi, cosa faresti ?" Bradley Manning raccontava all'hacker della sua difficile condizione esistenziale a Baghdad. "Sono rimasto isolato per molto tempo, vorrei capire come sopravvivere, consapevole a sufficienza per sapere come vanno le cose qui, ma senza alcun aiuto per fare qualche cosa per cambiare la situazione". In altri messaggi,invece, spiegava come quello che vedeva, il volto della guerra, gli era diventato insopportabile.
Sarà veramente lui, Bradley Manning, l'uomo che ha rivelato i 92.000 documenti dell'Afghanistan? Se aveva accesso ai files riguardanti l'Iraq, poteva visionare anche quelli relativi all'altro fronte di guerra? Oppure la storia è un'altra e neppure gli inquirenti del Pentagono ci credono e magari usano Manning come esca ? O, invece, il soldato, è veramente il terminale di un gruppo di hackers che lavora per Wikileaks ?
Tutte domande alle quali avremo presto una risposta (forse). Spiegazioni necessarie. Che molti aspettano di avere. Perché se è vero che i 92.000 documenti pubblicati non sono mai stati un vero e proprio scoop, è anche vero che il fatto stesso che siano stati resi pubblici è (stato) un evento, la dimostrazione di quanto le guerre in Iraq e in Afghanistan siano un (doloroso) nervo scoperto per l'opinione pubblica americana; la prova agli occhi di tutti di quanto i militari siano in una delicata situazione e di quanto il potere politico (la Casa Bianca) faccia fatica a gestire una condotta e strategia di guerra che per molti è ormai fallita.
Un gioco importante, molto più grande (probabilmente) di un giovane di ventidue anni, figlio di una coppia divorziata, con una adolescenza complicata alle spalle, tanto da diventare un homeless prima di essere ospitato da una parente, partito per l'Iraq e subito accortosi che quella guerra non era la sua guerra.
Un gioco al quale l'analista Bradley Manning ha probabilmente preso parte. fonte : https://archivio.panorama.it/
Wikileaks: per il soldato Manning cure per il cambio di sesso. Il Pentagono pensa al trasferimento
Chelsea Manning - all'anagrafe Bradley - è stato condannato a 35 anni di reclusione per aver passato documenti riservati del dipartimento di Stato al sito di controinformazione creato da Julian Assange. Da tempo gli è stata diagnosticata una disforia di genere, ma per le terapie ormonali non può restare nel carcere militare
NEW YORK - Il Pentagono tenterà di trasferire la soldatessa Chelsea Manning in un carcere civile, così che possa sottoporsi alle terapie legate al passaggio di genere sessuale. Lo fanno sapere ufficiali della Difesa Usa. L'ex analista dell'intelligence, in precedenza all'anagrafe Bradley, è stata condannata ad agosto a 35 anni di detenzione per aver diffuso documenti riservati di esercito e dipartimento di Stato al sito WikiLeaks nel 2010. Un generale dell'esercito ha poi convalidato le sentenze, aprendo la strada al ricorso alla Corte d'appello penale militare. A seguito della condanna, Manning ha annunciato la volontà di vivere come una donna e di chiamarsi Chelsea, cambiamento di nome approvato lo scorso mese da un tribunale civile e non contrastato dall'esercito.
A Manning è stata diagnosticata più volte dai medici militari una disforia di genere, nel suo caso la condizione di sentirsi una donna in un corpo di uomo. Un medico militare ha approvato le terapie, tra cui quelle ormonali, ma il piano necessita di ulteriori valutazioni. Manning a marzo ha contestato formalmente il ritardo nei trattamenti. Per l'esercito è la prima volta nella storia che un soldato transgender pone una richiesta simile. Si è aperto così un dilemma per il dipartimento della Difesa: come trattare un soldato per il disturbo diagnosticato senza violare le politiche militari? Le persone transgender non possono servire nell'esercito e il dipartimento della Difesa non fornisce tali terapie. Al contempo, Manning non può essere congedata dal servizio, mentre sconta i 35 anni di pena.
Secondo alcuni ufficiali, tenere la soldatessa in un carcere militare impedendole così di sottoporsi alle terapie potrebbe essere considerato una punizione crudele e inusuale. Il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, lo scorso mese ha dato all'esercito l'approvazione per elaborare un piano di trasferimento con il Federal Bureau of Prisons, che fornisce invece simili terapie ai detenuti. "Nessuna decisione di trasferire la soldatessa Manning in una struttura carceraria civile è stata presa e questa decisione, di certo, dovrà bilanciare adeguatamente i bisogni medici della militare con il nostro dovere di tenerla dietro le sbarre", ha dichiarato il segretario alla stampa del Pentagono, retroammiraglio John Kirby. Le due agenzie stanno iniziando a discutere delle possibilità legate al trasferimento, riferiscono due ufficiali a condizione di anonimato.
Le richieste di Manning in proposito non sono state diffuse pubblicamente, ma in un documento lei ha specificato "tre tipi di trattamento". Il primo prevede la possibilità di una Real-Life Experience (RLE), ovvero assumere il ruolo del genere cui la persona sente di appartenere, in questo caso come una donna. Ciò non è però possibile nel carcere militare maschile di Leavenworth in cui l'ex analista è detenuto. La seconda possibilità è la terapia ormonale, che cambia alcuni tratti fisici come seno, crescita di barba, voce. La terza è
l'operazione chirurgica, su cui Manning non è stata specifica. Domenica scorsa, Hagel ha aperto uno spiraglio sulle persone transgender nelle forze armate, dicendo che i divieti "devono continuamente essere rivisti". Non ha spiegato se creda che il bando debba essere cancellato, ma ha detto che "qualsiasi americano che voglia servire il Paese dovrebbe avere l'opportunità di farlo, se risponde ai requisiti ed è in grado".
fonte: LaPresse/AP)