LALIBELA

LALIBELA

Lalibela si trova al nord dell’Etiopia, a 2700 m, considerata la Gerusalemme della chiesa Ortodossa, scoperta nell’XI secolo dal prete portoghese Francisco Alvarez, inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’Unesco, fa parte di quei posti, dove Magia e Leggende si uniscono, dando vita a una città che ormai è un mito.

Lalibela

Originariamente si chiamava Roha ed era una delle capitali della dinastia Zagwe, la quale aveva ereditato l’impero di Axsum, sul quale un tempo regnava il regno di Saba.

  • REGINA DI SABA

Sia il Talmud ebraico sia il Corano sia la Bibbia sia il Kebra-Nagast parlano di questo leggendario regno di Saba (situato a San’a, Yemen), governato da una regina, Makeda.

Colpita dalla grande fama di Re Salomone (961-922 terzo re di Israele e figlio di re Davide) per la sua saggezza, giustizia e capacità di governare, volle fargli visita per mettere alla prova la sua saggezza.
Re Salomone, più volte descritto con un anello magico al dito che gli permetteva di far qualsiasi cosa e con un tappeto misterioso in grado di volare.

La Regina partì con oro, diamanti, pietre preziose, gemme, spezie e incenso, incontrò il Re, li pose tutti i suoi quesiti e convinta della verità della sua fama si convertì alla religione del Dio di Israele.

  • MENELIK

Il Kebra-Nagast (antico testo etiope di grande rilevanza storico, religiosa e culturale del finito di essere scritto nel 1300 D.C.S. e testo sacro del Rastafarianesimo) ci dice che la Regina chiese al Re di fare un figlio, Menelik.

Quando tornò nello Yemen, convertì il suo popolo, che fino ad allora era di religione pagana con gli dei del Sole e della Luna.

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A Menelik diede il regno di Etiopia, divenne il primo imperatore Etiope e leggenda narra che quando torno a far visita a suo padre, questi gli affidò l’Arca della Santa Alleanza con dentro le Tavole della Legge: i dieci Comandamenti.

  • GEBRE MESQUEL LALIBELA

Le leggende narrano che l’ispiratore della città fu Gebre Mesquel Lalibela, 13° secolo, ultimogenito di una stirpe reale.

Appena nato fu avvolto da uno sciame di api, da qui il nome Lalibela “le api riconoscono la sovranità”. Dopo essere sopravvissuto a un avvelenamento dal fratello, quando uscì dopo tre giorni dal coma, iniziò la costruzione della nuova Gerusalemme dicendo di essere stato in Paradiso e di aver ricevuto l’ordine da Dio.

La costruzione del complesso sacro fu iniziata anche perché era tradizione che gli imperatori Etiopi, il periodo della pasqua, di ricarsi a Gerusalemme, ma dopo la sua presa ad opera dei Mussulmani con Saladino, decisero di costruire una nuova città santa, al sicuro dagli arabi.

Quando tutto il complesso fu terminato, al re Lalibela, comparve su un destriero bianco San Giorgio, furioso poiché non gli era stata dedicata nemmeno una chiesa.

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Il re allora, fece costruire in suo onore la più bella chiesa tra tutte, un monolite alto 13 metri, su tre piani, solitario ed elegante, a forma di croce greca, invisibile fin quando non arrivi a cinque metri dalla voragine che lo nasconde, è la più fotografata e conosciuta.

San Giorgio stesso sorvegliò i lavori, come dimostrerebbe l’impronta dello zoccolo del suo cavallo impressa nel piccolo canyon – tunnel che conduce alla chiesa e la notte quando gli operai andavano a dormire prendeva il loro posto.

Delle leggende narrano che per la progettazione e la costruzione partecipassero anche i cavalieri templari dopo essere scappati da Gerusalemme e aver portato via l’arca dell’Alleanza.

Altre, che di notte si succedevano agli operai gli Angeli, più fattibile è che gli operai del posto siano stati assistiti da architetti, scultori e costruttori proveniente da Gerusalemme e Alessandria d’Egitto.

  • COMPLESSO SACRO DI LALIBELA

Il complesso è formato da undici chiese rupestri, tutte chiamate Bet (Bet) divise in sud, nord e a parte c’è la chiesa di San Giorgio, separati tra loro da un canale artificiale che rappresenta il fiume Giordano. 100.000 metri cubi tutti scavati nella roccia tufacea vulcanica rosata, costruite senza muratura, né pietre, né legname e collegate fra loro da cunicoli.

L’architettura presente è molto simile allo stile Axumita, la configurazione è quella delle chiese bizantine con la pianta basilicale a tre ingressi di rito con navate, corridoi, altari, cortili e gallerie mentre enigmatica è la tecnica di costruzione, alone di mistero che ricopre tutti gli altri siti archeologici medio – orientali come Balbaak (Libano), Petra e le Piramidi.

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La particolarità è che gli operai iniziarono a scavare le chiese dalle cime o dai lati delle montagne, in pendenza a diversi gradi di esposizione formando un parallelepipedo da cui scolpirono le chiese e il loro interno.

Le chiese sono: Ipogee, con la facciata principale scolpita sul fianco di una parete di roccia verticale o Monolitiche, ricavate da un unico grande blocco di pietra, isolato dal terreno circostante.

COMPLESSO NORD

Bet Medhame Alem – casa del redentore del mondo, è la chiesa monolitica più grande e alta del mondo, 28 colonne interne che la dividono in cinque navate, sulle cui finestre troviamo la svastica sinistro flessa, simbolo del sole.
Bet Maryam – casa di Maria, è la chiesa più popolare, e la più affrescata e dipinta, dove si svolge la messa la domenica.
Bet Danaghel – casa delle vergini martiri
Bet Mika’el – la casa del monte Sinai
Bet Golgotha – casa del Golgota vietata alle donne che racchiude la cappella di Sellassie
Cappella della Trinità in cui ci sono tre tombe che simboleggiano Adamo, Lalibela e Cristo.

COMPLESSO SUD

Bet Amanuel – casa di Emanuele
Bet Merkorios – casa di Mercurio
Bet Abba Libanos – casa di Abba Libanos
Bet Gabrie-Rufa’el – casa degli Arcangeli

Tutte le chiese sono sorvegliate da monaci, preti ed eremiti che vivono dentro il sito.

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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