Le cinque storie più raccapriccianti sulla guerra

Le cinque storie più raccapriccianti sulla guerra

 

 

 

Perché l'orrore non viene solo dai campi di combattimento

 

 

 

 

 

 L’INCIDENTE DI CHICHI – JIMA

Torniamo al conflitto tra Usa e Giappone durante la seconda guerra mondiale. Nove soldati americani vennero bloccati sull’isola di Chichi-Jima. Uno riuscì a fuggire sul sottomarino USS Finback mentre gli altri otto vennero catturati dai giapponesi. Questi vennero giustiziati sul posto. Parte dei loro corpi, per esattezza il fegato, vennero usati come alimento per una festa della marina giapponese. Avvenne tutto per caso, visto che la carne finì anzitempo. Un mozzo scese nella cella frigo per recuperare la carne e prese quella dei prigionieri. Peccato che il sapore fu così buono che vennero giustiziati tutti gli americani in loro possesso, mentre altri vennero privati del fegato mentre erano ancora in vita. Ah, il soldato americano che si salvò era George Bush Senior.

 

LA IENA DI AUSCHWITZ

Irma Grese era figlia di Alfred Grese, un impiegato membro del partito nazista dal 1937, e Berta Grese. Nel 1936 sua madre si suicidò bevendo acido cloridrico mentre la ragazza nel 1938 lasciò la scuola a causa della sua poca voglia di studiare e dell’aggressività mostrata nei confronti dei compagni di classe. Per due anni e tentò invano di conseguire un diploma da infermiera ed entrò nel 1943 ad Auschwitz come aufseherin, ovvero guardia donna nei campi di concentramento nazisti. Sadica e violenta, tanto da essere soprannominata “la bella bestia”, si dedicò ad ogni genere di tortura e sevizia contro i prigionieri. Secondo la testimonianza di alcuni internati superstiti, uccise numerosi prigionieri, in altre occasioni slegò cani feroci contro di essi ed arrivò persino a stuprare alcune donne. Processata dal Tribunale delle Forze Alleate di occupazione, venne condannata all’impiccagione come criminale di guerra nel 1946, a soli 22 anni.

 

I SOLDATI USA CHE COLLEZIONAVANO PARTI DI CORPI UMANI

Durante la seconda guerra mondiale lo scontro tra giapponesi ed americani si fece così duro tanto che le vittime delle rispettive fazioni vennero viste come subumani, o uomini inferiori. I vincitori delle singole battaglie quindi smembravano i loro corpi per usare alcune parti del corpo come trofei. Le orecchie vennero usate come monili per cinture, gli scheletri vennero spediti a casa come suppellettili, i denti divennero collane.

 

 LE FABBRICANTI DI ANGELI DI NAGYREV

La stessa cosa avvenne nella vicina Ungheria ma nella prima guerra mondiale nel piccolo villaggio di Nagyrév. Giulia Fazekas arrivò qui nel 1911, vedova di mezz’età. Arrestata 10 volte tra il 1911 ed il 1921 per aborti illegali, ne uscì sempre assolta. Eppure fu l’autrice di una delle stragi più gravi della storia. Nagyrev divenne un centro per l’allestimento di campi di prigionia. Le donne quindi trovarono sollievo nei nuovi arrivi, visto che i mariti vennero spediti al fronte. Gli uomini poi erano liberi di muoversi e quindi si scatenò una specie di corsa alla promiscuità. Al ritorno dei mariti dalla guerra iniziò una fase di noia e violenze risolta dall’arsenico fornito dalla Fazekas a queste signore. La prima vittima fu Peter Hegedus, poi toccò ad altri mariti. Le donne però si lasciarono prendere la mano tanto che si contarono morti anche tra zii e cugini. Alla fine vennero indagate 26 donne e otto di loro vennero condannate a morte. 

 

LE FABBRICHE NAZISTE DI BAMBINI

Come si sa i nazisti avevano una specie di fascinazione per la cosiddetta razza ariana, considerata eletta e migliore di qualsiasi altra. Per questo motivo vide la luce il progetto Il Progetto Lebensborn (Progetto Sorgente di Vita) avviat0 dal gerarca nazista Heinrich Himmler per realizzare le teorie eugenetiche del Terzo Reich sulla razza ariana. Nei territori occupati vennero aperte “case per le madri” dove venivano accolte ragazze madri dotate dei “geni” giusti per partorire anonimamente e poter poi ritornare nei paesi d’origine. Di fatto un rapimento mascherato. Questo sistema però non era considerato sufficiente, quindi le Ss iniziarono a rapire bambini dalle famiglie o dagli orfanotrofi. Senza dimenticare i piccoli rimasti soli dopo la morte dei genitori nei campi di concentramento. Bastava avere gli occhi azzurri e i capelli chiari.

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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