Andrew Crosse era un uomo del 19° secolo con sufficienti mezzi economici che gli consentivano di dedicare gran parte del suo tempo al suo hobby preferito: la sperimentazione scientifica ed i campi elettrici.
In realtà, più che di un hobby si trattava di una vera e propria ossessione.
Costruì un laboratorio nella sua casa di campagna ed iniziò ad approfondire, leggendo i trattati dell’epoca, le ricerche compiute nel settore dei campi elettrici.
Nel 1837, avviò un esperimento per verificare se era possibile creare cristalli tramite una debole scarica di corrente elettrica. Organizzò l’esperimento utilizzando una pietra lavica, una miscela chimica ed una sorgente elettrica. I giorni passavano senza risultati e Crosse cominciò a scoraggiarsi quando , 28 giorni dopo l’ esperimento, notò che era accaduto qualcosa di inaspettato. Nel liquido utilizzato per l’esperimento, invece di cristalli erano apparsi numerosi insetti, simili ad acari o pulci.
Incuriosito, Andrew Crosse replicò l’esperimento utilizzando contenitori sigillati per prevenire la contaminazione dall’esterno. Il risultato fu identico.
A quel punto, tentò l’esperimento utilizzando liquidi velenosi che avrebbero reso impossibile la vita all’interno dei contenitori. Nella maggior parte di questi esperimenti e nonostante le sostanze velenose impiegate, apparvero comunque minuscoli insetti.
Sembrava che la vita fosse stata creata da una roccia, alcuni composti chimici ed una debole carica elettrica.
Andrew Crosse contattò la London Electrical Society chiedendo che interpretazione dare a questi strani risultati.
I giornali dell’epoca pubblicarono diversi articoli sulla vicenda che attirò l’attenzione dell’opinione pubblica. Quando la storia prese piede, il nuovo insetto fu battezzato Acarus Crossii. Crosse venne etichettato come un bestemmiatore, un individuo mefistofelico, un semplice uomo che voleva rendersi uguale a Dio, generando vita dal nulla. La gente iniziò a schernirlo, effettuando esorcismi fuori dalla sua abitazione e danneggiando la proprietà
Crosse cercò di difendersi spiegando che nei suoi esperimenti non vi era nulla di soprannaturale: “Io stesso sono rimasto sorpreso e lo sono tuttora. Cercavo delle formazioni di cristallo e sono apparsi degli insetti”.
Altri scienziati avrebbero voluto replicare l’esperimento, ma temevano di divenire bersaglio dell’opinione pubblica come era accaduto a Crosse.
Alcuni detrattori sostennero che era stato proprio Crosse ad impiantare volutamente quelle microscopiche uova che avevano generato gli insetti, conducendo il pubblico fuori strada.
Crosse divenne un prigioniero virtuale nella sua casa e raramente appariva in pubblico.
Morì nel 1855 , senza sapere cosa esattamente aveva scoperto.
L’interrogativo rimane: cosa scoprì Andrew Crosse? A quanto pare gli scienziati moderni hanno tentato di replicare i suoi esperimenti, lasciandoci all’oscuro di cosa si sia generato nei flaconi e vasi di un piccolo laboratorio inglese 175 anni fa.
Inserito da Cristina Genna Blogger
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