misteri del dio thor

misteri del dio thor
Il dio nordico dei fulmini, Thor, non era interpretato come l'eroe dei fumetti o dei film attuali, era soprattutto un dio popolare molto più vicino di Odino, suo padre, alle popolazioni più abbienti, infatti molte volte la statua del figlio era al centro con suo padre a lato, di solito anche insieme a Freyr.


 

 

Thor era figlio di Odino e di Jörd, una divinità della terra. Si sposò con la bellissima Sif ed ebbe due figli, aveva anche un altro discendente concepito fuori dal matrimonio, il suo nome era Magni.
Thor fu l’ultimo a resistere all’avanzata del cristianesimo nelle popolazioni germaniche, forse perché era il dio delle persone comuni che lo poneva al centro del pantheon scandinavo, non è raro trovare la statua del dio con il martello al centro con Odino e Freyr ai suoi fianchi.
Thor nella letteratura e nell’immaginario popolare venne sempre raffigurato come un uomo  muscoloso, con chioma e barba di colore rosso vivo, con un martello in mano, i guanti di ferro ed una speciale cintura dispensatrice di forza fisica aggiuntiva. Il micidiale martello ( Mjöllnir ) emetteva fulmini ed aveva la proprietà di ritornare indietro nelle mani del dio. Famosa era anche la dimora di Thor ad Asgard, un immenso e luminoso castello ( Bilskirnir ) formato da ben 540 stanze. Viaggiava con un carro trainato dalle sue due capre, di cui a volte si nutriva, ma senza intaccare le ossa dei due animali, in modo che il giorno dopo potessero resuscitare.

Carro Thor

Il carro di Thor con le due capre a trainarlo

Thor aveva una fame sovrumana, si mangiava ogni giorno interi buoi, decine di salmoni e beveva botti di idromele.
Il dio del tuono, come Thor è sovente chiamato, dal punto di vista storico-mitologico non è come è stato trasposto nell’eroe dei fumetti, infatti i fulmini che vengono emessi dal suo martello, rappresentano la potenza dell’energia celeste, pronta a scagliarsi contro i demoni del caos e dell’oscurità.
Thor è interpretato per alcuni come un Ercole nordico con il martello al posto del bastone, oppure come Giove dal quale sembra avere molte più caratteristiche in comune. Basti pensare che nell’antichità, quando i popoli del nord optarono per il calendario romano, sostituirono il giorno giovedì ( giorno di Giove ) in thorsdagr ( il giorno di Thor ). La stessa influenza si nota anche nella lingua inglese  con thursday, espressione che deriva dal nome anglosassone di Thor ( Thunor ). In Germania il giovedì è Donnerstag ( giorno del tuono ) che deriva dal termine Donar, antico nome di Thor in tedesco.

leggenda del furto del martello

Una notte, mentre dormiva, Thor fu derubato del prezioso martello. Il ladro era un gigante di nome þrymr. Al risveglio, nell'accorgersi del furto, il dio fu scosso dall'ira e tormentato dalla preoccupazione: si confidò allora con Lokiil quale, per l'intelligenza e l'astuzia, era l'unico in grado di aiutarlo. Loki non perse tempo: con Thor si recò da Freyjaper cheiderle in prestito il suo travestimento da falco. [...] Volò dunque Loki oltre il recinto degli Asi, volò finchè raggiunse Jötunheimr. þrymir sedeva su una collinetta [...] domandò a Loki: «Che cosa accade mai fra gli Asi e fra glielfi perchè tu venga in Jötunheimr?» «Un guaio fra gli Asi, un guaio fra gli elfi», rispose Loki. «Sei tu che hai nascosto il martello di Thor?» [...] «Io l'ho celato» disse «otto miglia sotto la terra: nessuno potrà riaverlo se non mi portateFreyja in sposa.» Volò dunque Loki e tornò nel recinto degli Asi. [...] Andarono dunque Thor e Loki dalla dea Freyja e le proposero d'essere sposa del gigante. Freyja montò su tutte le furie e si adirò terribilmente [...] Ella disse: «Credi davvero che abbia una voglia così sfrenata di maschi da venire con te in Jötunheimr?» Gli dei si riunirono a consiglio [...] Il suggerimento migliore venne da Heimdallr[...] «Adorniamo invece Thor con la veste nuziale, mettiamoglia al collo il monile Brísingamen! Appendiamo al suo fianco un mazzo di chiavi e facciamo che una veste da donna gli copra le ginocchia! Poi simuleremo il petto con grosse pietre e bene gli acconceremo la chioma.» venne dunque adornato con vesti nuziali ed ebbe al collo il monile Brísingamen di Freyja [...] Loki disse: «Io sarò la tua ancella e ti accompagnerò in Jötunheimr.» [...] þrymr, signore deigiganti, si preparava ad accogliere la sposa. Egli disse: «Presto, preparate le panche per ricevere Freyja figlia diNjörðr! Io posseggo vacche e buoi dalle corna d'oro e ho molti gioielli, collane e tesori, tuttavia lei sola mi manca». Alla sera fu preparato un grandioso bancehtto e ai giganti fu servita la birra. Thor era assai affamato e mangiò avidamente [...] þrymr ne fu meravigliato e insospettito; perciò disse: «Hai mai visto una donna mangiare tanto avidamente e una donna bere tanto idromele?» L'ancella espertissima e astuta che stava seduta di fronte si affrettò a spiegare: «Freyja non toccava cibo da otto giorni, tanto era il suo desiderio di venire in Jötunheimr». [...] In quel momento entrò nella sala la sorella del gigante e volle chiedere un dono nuziale; ella disse a Thor: «Togli dalle tue mani gli anelli d'oro se vuoi conquistarti la mia benevolenza e il mio amore!» Allora parlò þrymr, signore dei giganti: «Portate il martello per consacrare la sposa, ponete Mjöllnir sul suo grempo e consacrateci insieme per la mano di Vár!» Gioì Thor nel profondo del cuore, quando riconobbe il martello: subito lo afferrò e colpì a morte þrymr per primo e subito dopo tutti i suoi.

La mitologia norrena descrive il Mjolnir come un'arma straordinaria dai poteri inimmaginabili. Questo incredibile martello venne forgiato dal nano Eitri e dai suoi fratelli su ordine di Odino, con un materiale derivato dal nucleo di una stella. Eitri utilizzò come minerale per la forgiatura l'Uru, la sostanza più dura del regno di Asgard, che resè l'arma indistruttibile. Odino, benedicendo con il suo potere il Mjolnir, stabilì che colui che avesse sollevato il martello sarebbe divenuto erede al trono di Asgard. Suo figlio Thor riuscì nell'impresa e da allora sull'arma sono incise le parole: "Chiunque impugni questo martello, se degno, possiederà il potere di Thor". Mjolnir permette al dio del tuono di volare, di controllare il clima, emettere tuoni e fulmini, persino viaggiare nel tempo. Nel film Thor (2011) di Kenneth Branagh, lo straordinario martello può respingere gli attacchi di qualsiasi arma gli si opponga: Thor lo fa roteare velocemente creando saette potentissime; scagliandolo, è in grado di penetrare qualsiasi cosa. Battendo a terra, invece, genera un campo di forza esplosivo. Come ogni arma, deve essere usato in maniera saggia e coscienziosa, al servizio del bene. Thor ne abusa scatenando una nuova guerra contro i Giganti del Ghiaccio e per tale motivo viene bandito dal padre Odino sulla Terra, separato inoltre dal martello e dunque privato dei suoi poteri di divinità. L'eroe deve intraprendere un percorso che lo porterà a gestire la sua forza con ponderatezza e a rispettare i valori di Asgard, valutazioni che gli permetteranno di ritrovare Mjolnir ma di poterlo brandire soltanto nella piena consapevolezza di sè, tornando ad essere il potente dio del tuono.