NEWTON SEGRETO

NEWTON SEGRETO

Avreste mai pensato che Sir Isaac Newton potesse coltivare interessi esoterici, essere un alchimista praticante, forse un massone, certamente un convinto assertore del credo ermetico? Probabilmente molti artisti ed intellettuali, da Sandro Botticelli a Leonardo da Vinci a Poussin a Victor Hugo, lo furono, ma nell'elenco dei seguaci dell'alchimia non ci aspetteremmo proprio di trovare personalità come Boyle e Newton, scienziati che nella cultura occidentale sono divenuti addirittura il simbolo del trionfo del metodo scientifico sull'oscura eredità alchemica medievale. Eppure, il nome di Newton compare addirittura nella lista dei Gran Maestri del misterioso Priorato di Sion!
Leggete questa breve ma documentatissima biografia di Newton e fatevi un'idea da soli. Potete inoltre leggere un documento eccezionale: 
quattro lettere di Newton a Richard Bentley sull'esistenza di Dio (mai pubblicate in Italia).

Isaac Newton nacque nel Lincolnshire nel 1642; discendeva dall'"antica nobiltà scozzese", come affermava lui stesso, anche se a quanto pare nessuno prendeva molto sul serio questa asserzione. Studiò a Cambridge; nel 1672 entrò a far parte della Royal Society e l'anno seguente conobbe Boyle. Nel 1689-90 fece amicizia con John Locke e un personaggio enigmatico, chiamato Nicolas Fatio de Duillier. Discendente dell'aristocrazia ginevrina, Fatio de Duillier si aggirò con arrogante noncuranza per tutta l'Europa. Sembra che in certe occasioni svolgesse attività spionistiche, di solito contro Luigi XIV di Francia. A quanto pare, aveva stretti rapporti d'amicizia con tutti gli scienziati importanti del suo tempo. E dal momento in cui comparve in Inghilterra divenne il miglior amico di Newton. Per almeno un decennio, i loro nomi appaiono legati inestricabilmente.
Nel 1696 Newton divenne direttore della Zecca reale e contribuì a stabilire il titolo dell'oro. Nel 1703 fu eletto presidente della Royal Society.
In quel periodo, inoltre, fece amicizia con un giovane protestante, profugo dalla Francia, che si chiamava Jean Desaguliers e che era uno dei due curatori degli esperimenti della Royal Society.

 

Negli anni che seguirono, Desaguliers divenne una delle figure principali della sorprendente diffusione della massoneria in Europa. Aveva legami con illustri personaggi massonici come James Anderson, il cavalier Ramsay e Charles Radclyffe. E nel 1731, quale Maestro della Loggia massonica dell'Aia, presiedette all'iniziazione del primo principe europeo che divenne membro dell'"arte". Il principe era Francesco, duca di Lorena, che, in seguito al matrimonio con Maria Teresa d'Austria, divenne Sacro romano imperatore.
Dai documenti non risulta che Newton fosse massone. Tuttavia, faceva parte di un'istituzione semi-massonica, il "Gentleman's Club di Spalding", al quale appartenevano personalità come Alexander Pope. Inoltre, certe sue prese di posizione e certe sue opere rispecchiano interessi condivisi da illustri massoni di quel tempo.

Come molti autori massonici, considerava Noé, più che Mosé, come fonte suprema della sapienza esoterica.

Già nel 1689 aveva iniziato quella che riteneva una delle sue opere più importanti, uno studio delle antiche monarchie. 
L'opera, La cronologia riveduta e corretta dei regni antichi, cercava di accertare le origini dell'istituo monarchico, nonché il primato di Israele su tutte le culture dell'antichità. 
Secondo Newton, l'antico giudaismo era stato un patrimonio di sapienza divina, che in seguito si era inquinato e corrotto ed era andato in gran parte perduto. Tuttavia, egli riteneva che in parte fosse pervenuto a Pitagora, la cui "musica delle sfere" rappresentava ai suoi occhi una metafora della legge di gravità.

Nel tentativo di formulare una precisa metodologia per la datazione degli eventi delle Scritture e del mito classico, usò come perno la cerca del Vello d'Oro da parte di Giasone; e come altri autori massoni ed esoterici interpretò la cerca come un'allegoria alchemica. Inoltre, si sforzò di discernere le "corrispondenze" o correlazioni ermetiche tra la musica e l'architettura. E come molti massoni, attribuiva grande importanza alla configurazione e alle dimensioni del Tempio di Salomone; riteneva che nascondessero formule alchemiche, e che le antiche cerimonie celebrate nel Tempio riguardassero processi alchemici. 

 

Questi interessi di Newton furono per noi una specie di rivelazione. Di certo, non concordano con l'idea che si ha di lui nel nostro secolo, l'immagine dello scienziato che stabilisce definitivamente la separazione tra la filosofia naturale e la teologia. In realtà, invece, più di ogni altro scienziato del suo tempo, Newton conosceva molto bene i testi ermetici e rispecchiava la tradizione dell'ermetismo.
Profondamente religioso, cercava con ansia ossessiva un'unità divina e una rete di corrispondenze insite nella natura. La sua ricerca lo spinse a esplorare la geometria sacra e la numerologia: uno studio delle proprietà intrinseche delle forme e dei numeri.
A causa della sua amicizia con Boyle era anche un alchimista praticante, e anzi attribuiva la massima importanza alla propria opera alchemica. Oltre a copie annotate personalmente dei "manifesti rosacrociani", la sua biblioteca comprendeva più di cento testi alchemici. Uno di essi, un'opera di Nicolas Flamel, l'aveva ricopiato laboriosamente di sua mano. Newton non abbandonò mai l'interesse per l'alchimia. Ebbe una voluminosa ed enigmatica corrispondenza sull'argomento con Boyle, Locke, Fatio de Duillier e altri. In una lettera, certe parole chiave sono addirittura espunte.

 

Se gli interessi scientifici di Newton erano meno ortodossi di quanto avessimo immaginato all'inizio, lo erano anche le sueconcezioni religiose. Era fermamente ostile all'idea della Trinità. Inoltre, ripudiava il deismo di gran moda ai suoi tempi, che riduceva il cosmo a un'immensa macchina costruita da un Ingegnere Celeste. Contestava la divinità di Gesù e collezionava avidamente manoscritti che trattavano l'argomento. Dubitava dell'autenticità assoluta del Nuovo Testamento, e riteneva che certi passi fossero interpolazioni del V secolo. Era profondamente affascinato da alcune delle più antiche eresie gnostiche e scrisse uno studio su una di esse.

Ispirato da Fatio de Duillier, Newton dimostrò anche una sorprendente simpatia per i Camisards, o profeti delle Cévennes che, poco dopo il 1705, cominciarono a comparire a Londra. Cosi chiamati per le loro tuniche bianche, i Camisards, come un tempo i Catari, erano spuntati nella Francia meridionale. Come i Catari, si opponevano vigorosamente a Roma ed esaltavano la supremazia dellagnosi, o conoscenza diretta, sulla fede. Come i Catari, contestavano la divinità di Gesù. E come i Catari erano stati brutalmente repressi manu militari: una specie di Crociata contro gli Albigesi del XVIII secolo. Scacciati dalla Linguadoca, gli eretici si erano rifugiati a Ginevra e a Londra.
Qualche settimana prima di morire, Newton, con l'aiuto di pochi amici intimi, bruciò sistematicamente numerose cassette di manoscritti e di carte personali. Con grande stupore, i suoi contemporanei notarono che, sul letto di morte, non chiese i conforti della religione.

 

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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