Personalmente ritengo che le favole di Esopo oltre ad essere d’insegnamento etico-morale-educativo sono anche, (seppur in modo accuratamente celato) un mezzo per conservare-trasmettere-insegnare informazioni che provengono da un sapere di origine ignota, probabilmente da una civiltà pre-umana. Esopo è stato un favolista dell’antichità vissuto in Grecia 600 anni prima di Cristo e per avere un’idea di quanto sia stato considerato importante dai saggi di ogni tempo riporteremo come esempio una citazione del Convivio (IV XXX) di Dante Alighieri:
Ove è da notare che, sì come dice nostro Signore,
non si deono le margarite gittare innanzi a li porci,
però che a loro non è prode, e a le margarite è danno:
Con queste parole Dante ci avverte della quasi sacralità delle favole di Esopo intimando di non rivelare il significato che vi è celato a chi non lo merita perché come dice Gesù, “non va gettato ai porci”, poi specifica sottolineando che sia chi divulga sia chi riceve (quando il ricevente è un porco) ne ricaveranno un danno. Poi Dante continua così:
e, come dice Esopo poeta ne la prima Favola,
“più è prode al gallo uno grano che una margarita, e però questa lascia e quello coglie”
La frase mette sull’avviso che chi non è idoneo a ricevere l’insegnamento, per sua stessa natura, invece del piacere di conoscere userà queste informazioni per il suo interesse personale e per scopi malefici. In altre parole le persone cattive sono attratte maggiormente dagli aspetti futili ed esteriori delle cose (margarita = perla = pietra preziosa) piuttosto che dalla loro utilità reale ed intrinseca (il gallo lascia il chicco del grano per cibarsi di una pietra). Nel paragrafo che segue che è di una bellezza sintetica estrema Dante ci consiglia di leggere queste favole con attenzione perché solo in questo modo si troverà dapprima la camera e poi la donna nobilissima che vi abita (donna = filosofia o scienza).
E in ciò considerando, a cautela di ciò comando a la canzone che suo mestiere discuopra là dove questa donna, cioè la filosofia, si troverà. Allora si troverà questa donna nobilissima quando si truova la sua camera, cioè l’anima in cui essa alberga……..
Una fra le fiabe più note di Esopo è certamente “La gallina dalle uova d’oro” che in sintesi narra di un contadino che non contento di ricevere un uovo d’oro al giorno decise di aprire la pancia del pennuto così da estrarre, con una sola operazione, tutto il materiale prezioso che lei (la gallina) portava nel ventre. Il chirurgo improvvisato però riuscì solo ad uccidere la gallina, la quale (poveretta), nelle sue viscere non nascondeva alcunché. Credo che non sia necessario essere analisti o psicologi per comprendere che questa favola non può essere stata ideata allo scopo d’intrattenere e nel contempo insegnare l’etica perché essa è troppo astratta, illogica e incongruente. Anzi ad essere onesti, (vi invito a leggere l’originale), non riesco nemmeno a considerarla una fiaba perché non fa sognare, non ha riferimenti inerenti la realtà quotidiana e non è maestra di educazione.
Senza approfondire le varie anomalie della favola e quindi rischiare di uscire dallo scopo di questo modesto documento vorrei evidenziare che se il fortunato contadino non era soddisfatto ci doveva essere (obbligatoriamente) una ragione. Se il contadino ad ogni covata (giornaliera) otteneva un uovo ciò significa che riceveva quotidianamente almeno 200 grammi d’oro, valore che è tale da soddisfare qualsiasi brama; poi, anche senza tener in conto della nota prudenza e saggezza dei contadini (i quali meditano prima di agire) ritengo che nessuno poteva uccidere o far del male a cotanto stupendo uccello.
Se però l’uovo non era completamente d’oro ma d’oro aveva solo il guscio allora la trama della storia e la reazione del contadino assumono senso, logica e giustificazione, infatti, il solo guscio in oro pesa qualche grammo. Le uova d’oro comunque le ritroviamo non solo nella favola di Esopo ma anche in moltissime leggende di ogni paese. Gli Indù raccontano che che tutta la potenza di Dio è racchiusa in un uovo d’oro i Finlandesi sono convinti che tutto il creato, il sole, le stelle, ecc. sono stati generati da un uovo sempre in oro, all’incirca la stessa cosa è ripetuta dei Buddhisti e poi senza fare riferimento agli uccelli e in particolare alle colombe che rappresentano spesso l’arrivo dell’abbondanza o di un cambiamento radicale e…. si potrebbe continuare a lungo.
Tesla (1856-1943) è uno scienziato che con le sue invenzioni ha migliorato di molto la qualità della nostra vita. Le grandi invenzioni di questo genio pur essendo di enorme utilità e diffusione non sono servite allo stesso Tesla perché egli morirà povero passando gli ultimi anni di vita nell’abbandono e nella solitudine in un albergo di New York. Almeno questo è quanto si dice comunemente di lui ma procediamo…..
Le varie biografie di Tesla, indipendentemente da chi le ha scritte, sono praticamente tutte uguali e si assomigliano in modo incredibile anche nello stile espositivo. Queste biografie sono così poco plausibili (credibili) che sembrano un racconto preparato al tavolino, per fortuna però esse sono talmente false e contraddittorie che è sufficiente un minimo d’attenzione per separare le menzogne dai fatti reali. Mi piace anche aggiungere che i fatti sicuramente reali sono quelli che nelle biografie sembrano insoliti, eccentrici o fantasiosi.
Senza approfondire e quindi rimanere strettamente nell’ambito prefissato riporto, estrapolando dalle biografie, un brano che riguarda l’ultimo periodo di vita di Telsa, ecco il testo:
“Tesla, abbandonato da tutti, viveva con il solo supporto di una piccola pensione concessa dal governo Jugoslavo in un albergo di New York. Il suo passatempo preferito era quello di accudire ai piccioni. Per i suoi piccioni aveva costruito un ricovero con annesso un luogo di cura e poi metteva la massima attenzione alla loro alimentazione infatti faceva preparare per i piccioni una speciale ricetta che lui stesso aveva inventato.”
Si narra anche di una grande amicizia fra Tesla ed un certo piccione, questa amicizia era così grande che quando l’amato piccione morì dai suoi piccoli occhi (di uccello) scaturì un’intensa luce chiara. Non servono indagini accurate per scoprire che la povertà di Tesla era piuttosto insolita.
Il nostro poverello infatti viveva nell’hotel “New Yorker” di New York ed ecco qui sotto un’immagine dell’hotel.
Ovviamente Tesla non alloggiava in una camera qualsiasi ma in una “Suite”.
La conclusione, a mio modesto avviso è che (certamente) Tesla sapeva come integrare la sua modesta pensione. Fra le tante manie di Tesla (oltre ai piccioni, ecc.) pare ci fosse anche quella del numero “3” e dei suoi multipli. Questo numero (tre) sembra non aver riferimenti matematici o cabalistici ma probabilmente è un richiamo estrapolato dall’alchimia dove il numero nove rappresenta l’albero della Noce mentre il numero tre il suo frutto, frutto che è anche simbolo della Trinità. Il simbolo o numero tre rappresenta anche il fiore femminile di questo albero che spesso sboccia in coppie (a due a due) e dove la forma della gemma ricorda in qualche modo il numero tre.
Aggiungo due informazioni aggiuntive relative a questo albero speciale per invitarvi a fare una riflessione:
- ha la proprietà di essere autofertile infatti la stessa pianta produce contemporaneamente sia i fiori femminili sia quelli maschili;
- Molte rappresentazioni di Dio, di Gesù, e varie divinità in tutto il mondo sono disegnate all’interno di un ovale (o metà o quarti di esso) che sembrano una riproduzione del guscio della noce; che si tratti veramente di una noce è principalmente identificabile per lo spessore e la rugosità del tratto grafico, spessore che non è certamente una caratteristica delle uova. La propensione per la noce è anche determinata dalla forma che frequentemente è piuttosto appuntita sia alla base sia alla sommità e da aperture che separano la parte destra da quella sinistra come per evidenziare che non si tratta di un uovo. Da segnalare inoltre che un uovo è difficilmente divisibile in due metà o in quarti così come è mostrato in diverse immagini sacre.
Si noti nell’immagine qui sotto la disposizione dei mantelli degli angeli visibili sul bordo del lato destro dell’ovale che ricordano appunto la noce.
Si potrebbe pensare che l’ovale che racchiude gli dei e i santi sia derivato dal concetto, anch’esso molto remoto, dell’uovo cosmico ma alcuni indizi fanno propendere più per la noce che per l’uovo, oppure fanno pensare ad una dipendenza diretta di uno e l’altro simbolo come se fossero fra loro intercambiabili o sequenziali. Oggi come eredità del passato troviamo in ogni luogo cornici, specchi, ritratti. dipinti e tutti ben incorniciati da un ricco e intagliato ovale.
Ma perché il Noce o i suoi fiori? Quale funzione potrebbero avere? Io azzardo due ipotesi che sono le seguenti. La cenere dei fiori di Noce o quella del guscio della noce possono essere:
- Un elemento da aggiungere alla combustione dei forni alchemici, oppure
- Polvere da aggiungere a qualche ricetta culinaria che ha poi effetti insoliti.
Ora prima di continuare è opportuno chiarire un concetto di fisica importante e che si impiegherà nel seguito dell’articolo: “la trasmutazione”.
La trasmutazione è un processo naturale o artificiale con il quale è possibile trasformare la materia in un’altra materia. ad esempio l’Uranio può trasmutare in Piombo e la stessa reazione è applicabile a quasi tutti gli elementi che costituiscono la materia. Il concetto di trasmutazione prima ancora di essere impiegato comunemente nella fisica era usato (forse inventato) dagli alchimisti. Per gli alchimisti la trasmutazione è un processo con il quale attraverso varie reazioni chimiche e raffinazioni si ottiene da una sostanza comune e di basso pregio come risultato l’oro (come metallo) e l’elevazione spirituale.
Nella fisica moderna la trasmutazione è un concetto ordinario e il fenomeno è d’impiego comune. Nei reattori nucleari ad esempio avvengono normalmente trasmutazioni e tramite speciali dispositivi tecnologici è possibile anche creare della materia nuova che non esiste in natura. Le trasmutazioni naturali cioè quelle che accadono in natura sono altrettanto note come ad esempio il decadimento del Carbonio che è usato normalmente per la misura della datazione (età) delle sostanze organiche. Secondo la fisica classica è impossibile ottenere la trasmutazione in modo rapido o in assenza di enormi quantità di energia anche se si deve doverosamente rammentare che non tutti i ricercatori sono convinti della veridicità di questa affermazione.
Il primo ad avere dubbi sul rapporto energia-trasmutazioni fu un francese un certo Kervran che diffuse (e con grande impegno) il concetto di trasmutazione biologica. La trasmutazione biologica secondo la teoria di Kervran è una trasmutazione che avviene normalmente negli organismi viventi (e in tempo reale) senza l’impiego o la somministrazione di alcuna speciale quantità di energia. Kervran fece esperimenti sulla trasmutazione del Potassio in Calcio e in particolare raccolse informazioni e mostrò le prove sull’anomala creazione dei gusci d’uovo da parte dei volatili.
L’anomalia nel caso dei volatili è determinata dal fatto che il guscio dell’uovo contiene più calcio di quanto ne viene introdotto tramite l’alimentazione. Le sperimentazioni di Kervran mostrano appunto che gli uccelli pur essendo racchiusi in ambiente controllato potevano fare comunque le uova (con il loro guscio) anche se l’alimentazione era priva di Calcio. Ovviamente l’alimentazione non era di tipo comune ma conteneva sostanze come (Silicati di Allumino e Potassio).
Il Potassio (tartaro) ha una grande importanza in alchimia e lo si può estrarre abbastanza facilmente come carbonato dalle ceneri vegetali e non è escluso che l’albero della Noce, i suoi fiori o i suoi frutti risultino particolarmente indicati per questo scopo. La creazione dei silicati poi è quasi elementare si tratta di unire le ceneri con la sabbia e mettere il composto in un forno ad alta temperatura.
Riassumendo:
– Esopo ci conferma che i gusci possono essere in oro e che la cosa è nota da tempo
– Kervran scopre che gli uccelli sono in grado di fare trasmutazione biologiche
– Tesla ha la mania del numero 3, ma non è il solo perché ad esempio Dante per il numero 3 diventa psicopatico.
– Tesla ama i piccioni e quando muore il suo piccione preferito, il volatile emette luce, probabilmente era diventato radioattivo:-)
– …e se il Nocino fosse il vero elisir di lunga vita…..
Guglielmo Menegatti
Inserito da Cristina Genna Blogger
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